Il termine “pietra filosofale” ci riporta indietro nel tempo e precisamente al Medioevo, quando la ricerca e il possesso di questo “oggetto” misterioso erano l'obiettivo principale degli alchimisti. Veniva anche detta “pietra dei filosofi”, perché gli alchimisti erano anche filosofi.

Foto copertina (fonte Mondadori - Digital Soul)

Essi infatti desideravano: 1) acquisire l'onniscienza, ovvero la conoscenza del bene e del  male e dell'intima natura di tutte le cose; 2) sviluppare la capacità di guarire tutte le malattie e prolungare indefinitamente la vita; 3) possedere la facoltà di trasmutare vili metalli in  oro, considerato simbolo di purezza e perfezione. L'etimologia del termine “alchimia” è abbastanza controversa: si ritiene comunemente che derivi dall'arabo “al-khimyya” che  significa “chimica” (che è la scienza che studia la composizione e le proprietà della materia), ma tra le varie derivazioni c'è anche quella dal termine cinese “kim-iya”, che significa “succo per fare l'oro”. È comunque vero che la disciplina alchemica si è poi manifestata in molte scienze come la fisica, la chimica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina. L'alchimia  veniva sicuramente praticata dagli Arabi, che con le loro conquiste dopo la morte di Maometto (632 d.C.) la diffusero in tutto l'Occidente; è decaduta poi progressivamente a partire  dal Rinascimento con la nascita della scienza sperimentale (Leonardo, Galileo, Keplero, Copernico), e definitivamente nel 18° secolo, con la nascita della chimica moderna. Ora, che  cosa ha a che fare la pietra filosofale con gli alchimisti? Ebbene, secondo questi filosofi essa sarebbe stata in grado, entrando in suo possesso o realizzandola con le proprie mani  tramite particolari procedimenti descritti più o meno dettagliatamente, di raggiungere i tre obiettivi citati poco sopra, ovvero: diventare onniscienti, saper guarire tutte le malattie e  dare l'immortalità, e saper trasmutare in oro i metalli, semplicemente toccandoli con la pietra. Soprattutto questo ultimo punto ha da sempre attirato l'interesse popolare: l'oro era  infatti considerato il metallo più nobile in assoluto, il più prezioso, il più perfetto ed immortale, l'unico a rimanere inalterato nel tempo e per questo paragonato alla luce e allo  spirito. Inoltre, la pietra avrebbe trasformato lo stesso alchimista, che, ingerendola, sarebbe asceso al sovrannaturale e avrebbe acquisito poteri di veggenza. Ma che cosa era  esattamente la pietra filosofale? Con precisione non si sa. Generalmente veniva identificata con una pietra derivante dalla combinazione di zolfo e mercurio, e in effetti questa pietra  esiste ed è il cinabro, di colore rosso vivo, usato fin dall'antichità per separare l'oro dai minerali ai quali è mescolato. È comunque una pietra altamente tossica per il contenuto di  mercurio: lavorare nelle miniere di cinabro equivaleva ad una condanna a morte. Ma la pietra filosofale veniva anche descritta come una pietra a forma di uovo, di consistenza vitrea,  essendo l'uovo il simbolo dell'origine della vita e associando i suoi componenti (guscio, albume, tuorlo)

Il simbolo della Pietra filosofale (fonte Freepik)

rispettivamente al sale, al mercurio e allo zolfo, appunto. Oppure, secondo  l'alchimista e medico svizzero Paracelso (1493- 1541), maggiormente interessato, come medico, alle proprietà terapeutiche della pietra più che al potere di trasmutare i metalli, la  pietra poteva essere ottenuta partendo da un particolare solvente detto “alkahest” in grado di guarire ogni malattia. Ancora, per molti alchimisti il composto principale della pietra filosofale era l'”etere”, risultato particolare dell'unione di mercurio e zolfo. Le rappresentazioni simboliche e i significati religiosi o filosofici della pietra sono stati molteplici: per  esempio il Cristianesimo medievale la identificava con Gesù, disceso tra gli uomini per “guarirli” dal peccato ed elevarli spiritualmente attraverso la sua morte e risurrezione, così  come la pietra aveva il potere di conferire la purezza e la perfezione dell'oro a vili metalli. Il concetto di “pietra filosofale” ha comunque influenzato notevolmente, nel tempo, la filosofia, la religione, la medicina ed anche la psicologia: ad essa infatti sono stati collegati i concetti di rinascita, perfezione, miglioramento e salute del corpo, sviluppo e importanza della conoscenza, e, in psicologia, l'evoluzione dello spirito e della psiche dell'uomo, alla ricerca della sua propria e personale identità.

 

L'alchimia e la Pietra Filosofale di Nicoletta Lupoli