I Romani sapevano che Annibale stava provenendo dalla Spagna con un esercito per invadere l’Italia. Pertanto inviarono una flotta a Marsiglia per intercettarlo. Annibale fu costretto all’attraversamento delle Alpi per evitare lo scontro in Francia.
Probabilmente voleva seguire la costa per valicare poi l’Appennino ligurepiemontese, un percorso molto meno problematico. L’autorevole “Le Scienze”, edizione italiana di “Scientific American”, del 7/4/2016 (più “La Stampa” del 5/4/2016) riporta la scoperta di ricercatori dell’Università di Toronto di ingenti depositi di sterco di cavallo sotto il colle delle Traversette (parte italiana), compatibili con il passaggio di un grande esercito. Tali depositi alla prova del radiocarbonio risalgono al 200 a.C., dato accettabile con una confidenza del 20% rispetto al 218 a.C., anno del passaggio. Gli storici in passato sono sempre stati discordi nello stabilire da quale colle Annibale sia passato. Ancor oggi alcuni si attardano nell’esame dei colli alla luce di risultati scientifici e degli indirizzi innovativi nella storiografia del ’900. L’“École des Annales” fondata dagli storici francesi Bloch e Febvre (di cui un ultimo importante esponente fu Le Goff) ha affermato che a fronte delle contraddittorietà e lacune delle cronache, nonché dei reperti, occorre ricorrere all’aiuto delle scienze moderne per indagare sui tempi antichi. La conoscenza dell’ars militaris, il role-playing, la configurazione del territorio sono di rilevante importanza, quando si parla di uno stratega militare quale era Annibale. Aveva la responsabilità di ingenti risorse in uomini e animali, da risparmiare il più possibile al fine degli scontri da sostenere con i Romani in Italia. Tutto ciò porta ad escludere immediatamente alcuni colli. Annibale non disponeva certo di mappe, ma aveva un cospicuo numero di esploratori a cavallo e poteva ottenere qualche utile informazione dalle guide galliche dell’area. Passare per il colle del Piccolo San Bernardo e scendere per la valle d’Aosta voleva dire affrontare un percorso più lungo di ca. 150 km in linea d’aria rispetto al percorso
per la val di Susa prima di pervenire nell’area di Chivasso e proseguire per la Pianura padana. Ciò avrebbe avuto un senso in termini strategici se i Romani lo avessero atteso in val di Susa. In tal modo Annibale avrebbe tagliato loro le vie di comunicazione con la Pianura padana. I suoi alleati insediati rispettivamente a nord (Insubri) e a sud (Boi) del Po, nell’area di confluenza del Ticino, lo tenevano informato dei movimenti dei Romani. Inoltre il suo esercito per pervenire al colle del Piccolo San Bernardo avrebbe dovuto affrontare una marcia più estenuante e ciò ancor di più sarebbe stato per il transito sul colle del Gran San Bernardo. Considerazioni sulla configurazione geografica dell’area alpina (posizione delle catene montane e delle valli) porterebbero ad escludere anche il colle del Moncenisio. Sarebbe stato necessario un percorso molto più lungo a fronte del passaggio dal colle del Monginevro, a cui si risale dalla valle dall’Alta Durance con un andamento parallelo alle Alpi Cozie. Risalendo l’alta valle della Durance, Annibale aveva a disposizione due colli. Dapprima avrebbe incontrato la via per il colle delle Traversette (in linea d’aria 6 km a nord del Monviso), poi quella per il colle del Monginevro. Il colle delle Traversette è molto alto (2950m), quindi non facile, ma costituisce il percorso più breve per la Pianura padana.
L’attraversamento delle Alpi di Annibale
di Pier Angelo Chiara