INCENDIO DI CHAMBÉRY
Nel 1453 la Casa Reale di Savoia ricevette la Sindone dalla contessa Margherita de Charny, nipote di Geoffroy de Charny riconosciuto come primo possessore della Sindone. Da documenti storici risulta che il 22 marzo 1453 Margherita de Charny cedette la Sindone a Ludovico di Savoia e a sua moglie Anna di Lusingano. Non esiste un esplicito atto di cessione scritto perché, con ogni probabilità, i Savoia non volevano creare attriti con il Papa il quale, secondo quanto indicato dal Concilio Lateranense IV, aveva vietato il commercio  di reliquie. È documentato che l'otto marzo 1453 Margherita de Charny riceve, "per i molti e lodevoli servizi da lei prestati al duca", la rendita della tenuta di Miribel,  vicino a Lyon. Infatti, nel documento non si fa alcuna allusione alla Sindone; ma la sua cessione al duca di Savoia è la spiegazione più verosimile di tale atto.

A sinistra "L'altare e a destra "La nicchia"

Diventati proprietari  della Sindone, i duchi di Savoia, intuiscono subito l’importanza che può assumere la reliquia, tanto da farla diventare il loro “palladio”, cioè il segno della particolare devozione divina  della loro casata. Non avendo ancora un'unica residenza stabile se la portano dietro nei loro frequenti spostamenti sino a quando la portarono a Chambéry, la loro capitale di  allora, collocandola inizialmente nella Chiesa dei Francescani. Nel 1471 il duca Amedeo IX e sua moglie Jolanda, figlia del re francese Carlo VII, per garantire un luogo adeguato e  più sicuro per la Sindone all'interno del palazzo ducale, decisero l'ampliamento della Cappella Ducale del loro Castello di Chambéry, divenuta nel 1467 Collegiata. Il Duca  incominciò a ingrandirla e abbellirla e, negli anni 1472 e 1474, papa Sisto IV accordò numerosi privilegi ai canonici della Cappella. L'11 giugno 1502, il duca di Savoia Filiberto II il  Bello trasferisce la Sindone dalla Chiesa dei Francescani nella Cappella Ducale ampliata da Amedeo IX e il Papa Giulio II concede a questa Cappella il titolo di Sainte-Chapelle, per la  presenza stabile della Sindone. La Sindone, custodita in un reliquiario d’argento regalato da Margherita d’Austria vedova del duca Filiberto di Savoia, è collocata in una nicchia dietro  l'altare principale, protetta da inferriate dotate di serrature con quattro chiavi.

La Sindone, custodita in un reliquiario, è collocata in una nicchia dietro l'altare principale, protetta da inferriate dotate di serratura

Di queste, due le teneva il duca, una i canonici, l’ultima il presidente della Camera dei Conti. Nel  1506 Papa Giulio II delle Rovere permette il culto pubblico della Sindone, approvandone la Messa e l'Ufficio. La festa della Sindone è fissata il 4 maggio, il giorno dopo a quello  della Santa Croce; in questo giorno, ogni anno era organizzata un'ostensione della reliquia. Il Decreto che approvava la festa liturgica iniziava così: “Noi crediamo degna e doverosa  cosa che questa Sindone in cui fu involto nel Sepolcro Nostro Signore Gesù Cristo, nella quale appaiono manifeste le orme del Cristo fattosi Uomo, comprendendo in sé la Divimità,  e nella quale si vedano i segni del Suo vero sangue, debbasi venerare e adorare...”

La sindone in pillole n.25
di Luigi Pinto

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